Esiste una dimensione che riguarda i nostri corpi nello spazio aperto.
Riprendere in mano la quotidianità significa riprendere possesso di ciò che per molti mesi e ancora oggi è precluso dalla presenza di un virus capace di condannare lo spazio pubblico a spazio del contagio e della malattia.
Ad un anno dalla nascita, il progetto collettivo Arcipelago-19 esce dai social network e dalla sfera digitale per comparire nelle strade affinché la fotografia diventi mediatrice di nuovi rapporti fra le persone e i luoghi. Un viaggio andata e ritorno dall’online all’offline e viceversa.
Le immagini, raccolte in questo anno di pandemia, rappresentano uno strumento di coinvolgimento della cittadinanza attraverso l’esperienza dello sguardo partecipato.
Il carattere di queste fotografie è effimero ma simbolico: sottoporle agli agenti esterni della strada, alle condizioni meteo, agli edifici architettonici e alla vita che si muove tra speranze e deja-vù diventa un passaggio oggi necessario perché l’intervento si configuri come frutto di un impegno comune finalizzato ad un racconto collettivo.
Una serie di nuove finestre sugli sguardi e sulle esperienze di ciascuno.
Ri-significare lo spazio urbano attraverso le immagini di altri luoghi, uno scambio che apre alla conoscenza e alla curiosità. Un’evasione necessaria in un momento di chiusure, stimolare e aiutare a resistere.
In 14 luoghi di un arcipelago mai definito, sono apparse fotografie che ripercorrono il racconto collettivo delle isole di Arcipelago-19, un’indagine collettiva senza recinzioni nè linguaggi predefiniti. Un anno che ci ha riportato al punto di partenza, dove essere e costruire comunità è l’unico anticorpo per sconfiggere ogni tipo di pandemia, sanitaria, economica o sociale.
Grazie a chi ci ha messo, testa, cuore e colla.
Continua a scrollare per visualizzare il progetto completo
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Luogo: Treviso Bresciano
Ricordiamoci, c’è ancora più vita rispetto alla morte.
Una giovane mamma tiene in braccio il figlio nel reparto prenatale dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna.
Era fine aprile, primavera inoltrata.
Dopo più di un mese di lockdown ci stavamo lentamente muovendo verso la Fase 2.
La settimana successiva avrebbero riaperto alcune industrie ed attività commerciali. pronte ad accogliere lavoratori e clienti.
22 Aprile 2020 Bologna
Foto di Max Cavallari
Installazione a cura di Simone Cargnoni
Un ringraziamento al comune di Treviso Bresciano
Luogo: Brescia
Un segno di vita in tempi di lutto.
Il 25 marzo sono nati cinque pulcini. Nonostante il momento che stiamo vivendo
e i tanti lutti che ci sono nella nostra provincia, vederli nascere ci ha emozionato tantissimo.
27 marzo 2020 Clusane d’Iseo (BS)
Foto di Elena Pagnoni
A cura di Nicola Zambelli
Luogo: Firenze
Riuscirà il teatro a sopravvivere alla pandemia?
Le condizioni precarie degli operatori dello spettacolo tra cui attori, ballerini, registi, cantanti, tecnici, sono oggi disastrose.
“Non lavoriamo da un anno e non posso più permettermi neanche una visita dal dentista” racconta Laura attrice e cantante.
Senza teatro la società
si disgrega… è forse quello che sta accadendo?”
Roberto Ciardiello, 25 anni, ingegnere del suono al teatro Toto di Napoli
Foto di Alessandro Cinque
Novembre 2020 Napoli
A cura di Ilaria di Biagio e Giancarlo Barzagli
Un ringraziamento al Comune di Firenze
Luogo: Genova
ll primo giorno è stato il più difficile perché tutto si è fermato nello stesso momento. Ogni cosa.
Ci sono voluti alcuni giorni – circa una settimana – per abituarsi a non far scattare gli orologi ogni mattina e correre.
Per superare questa prima fase abbiamo iniziato un gioco in famiglia da cui è nata la serie fotografi- ca And in darkness you find colors, con la quale
abbiamo trovato una dimensione creativa in una quotidianità priva di qualunque impegno scolastico e lavorativo.
Abbiamo deciso di costruire una routine per noi stessi, cercando di trovare rifugio nella natura e nella nostra fantasia, come modo per alleviare il disagio e ricucire un magico senso di connessione.
Aprile 2020 Rimini
Fotografia di Elisabetta Zavoli
A cura di Astrid Fornetti e Marco Balostro / Freaklance
Un ringraziamento all’Associazione Il Ce.Sto
Luogo: Manziana (Rm)
Un giorno ordinario durante l’emergenza Covid-19 all’interno del CRA San Giuseppe di Piacenza.
Per diversi anni ho lavorato e fotografato all’interno
di residenze sanitarie per anziani.
“Sogno” è una poesia che scrisse e poi mi regalò Anna, seduta nel suo letto, all’interno di una casa di riposo, in Sicilia. Era il 2015.
“SOGNO. E mille ali di farfalle mi
sostengono sopra prati di alezzanti
fiori mi sostengono. hanno mille
colori e mille profumi. ma questi fiori
più di un giorno non durano. hanno
una vita breve ma le farfalle
succhiano il miele dei fiori, sono
indaffaratissime. anche i rossi
ibiscus non campano più di un
giorno. E’ Primavera e tutti i fiori si
compongono sia i girasoli che
le margherite. E la loro breve vita.”
Anna Siracusa
14 aprile 2020 Piacenza
Foto di Giorgio Salimeni \ Cesura
A cura di Sara Nicomedi
Ringraziamenti: Comune di Manziana e Università Agraria di Manziana
Luogo: Milano
Jacopo, 8 anni, sdraiato sul tappeto, cerca un raggio di sole che filtra tra i palazzi medioevali del centro storico di Genova, dove viviamo.
Il cambio di stagione ci ha fatto questo regalo e la mia quarantena è con lui.
Lavoro come fotoreporter per il quotidiano della mia città e ci sono giorni nei quali esco per raccontare ciò che avviene fuori.
Ma Jacopo non è più uscito e in questi pomeriggi che sembrano tutti uguali anche uno spicchio di luce può restituirgli la normalità e la serenità.
30 marzo 2020 Genova
Fotografia di Astrid Fornetti /Freaklance
A cura di Giulia Ticozzi e Luca Rotondo
Ringraziamenti: Scuola “Casa del Sole” – IC Giacosa / MILANO e Amici del parco Trotter
Luogo: Napoli
Il 3° Reparto di Sanità “Milano” dell’Esercito Italiano, di stanza in Libano, arrivato a dicembre a Cosenza. L’ospedale militare – 40 posti letto, sala radiologia e tre terapie sub-intensive – è stato allestito per alleggerire l’Ospedale Annunziata nel trattamento dei pazienti Covid.
01.12.2020 Cosenza
Foto di Fabio Itri \ Ulixes Pictures
A cura di Francesco Pistilli
Luogo: Palermo
Le piste da sci resteranno chiuse. Lo ha stabilito il ministro della Salute Roberto Speranza firmando un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività scii- stiche amatoriali e la riapertura degli impianti. Il paesaggio della montagna invernale si presenta incredibilmente silenzioso e deserto. Solo poche persone attraversano le piste innevate: tecnici degli impianti, atleti autorizzati e qualche curioso.
12 dicembre 2020 Livigno (SO)
Fotografia di Figure
A cura di Valentino Bellini
Luogo: Roma
In Valle Sabbia i volontari delle ambulanze prestano intervento in piccole frazioni dove le case non sono facilmente raggiungibili. Devono così percorrere strade strette e impervie spingendo la lettiga per centinaia di metri. Durante il trasporto si trovano a dover rassicurare le persone soccorse, spesso, soprattutto se anziane, terrorizzate all’idea di andare in ospedale. In gran parte dei casi non sono mai state all’interno di una struttura ospedaliera. L’ospedale è ancora visto non come un luogo di guarigione ma come il luogo in cui si viene portati a morire.
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La signora Amalia, 84 anni, ora sta bene. Ha battuto il covid. Dopo un mese in ospedale è tornata a casa dove vive con il nipote.
Fotografia di Simone Cargnoni | JUMP CUT
A cura di Valerio Muscella, Federico Perruolo e Sara Nicomedi
Grazie alla Biblioteca Abusiva Metropolitana
Luogo: Trento
“Adotta il ritmo della natura: il suo segreto è la pazienza” Ralph Waldo Emerson
Da quasi un decennio fotografo il miglio (1600mt.) intorno a casa mia, nel Chianti fiorentino. Durante le settimane della Fase 1 quella che mi sembrava un’area di indagine già ridot- tissima, ha assunto il sapore di una terra lontana, costretta nei miei 200mt. di raggio. É così che ho deciso di indagare questo perimetro davvero limitato ma allo stesso tempo, come non mai, pieno di vita: il lockdown ha fatto sì che le case di campagna venissero abitate e vissute davvero quotidianamente, prendendosi cura del giardino ma anche dei rapporti di vicinato. Ho voluto documentare questo tempo sospeso non appena è stato possibile con la speranza che la presa di coscienza su modalità di vita da riorganizzare, da rendere fruibili e vicine ad un ritmo più naturale del vivere, possa continuare anche nel futuro (nella fotografia l’opera realizzata con potature d’olivo dall’artista Moradi Il Sedicente).
Primavera 2020 Impruneta (FI)
Fotografia di Ilaria Di Biagio
A cura di Simone Cargnoni
Grazie al Comune di Trento e Alessandro Coser
Luogo: Sannicandro (Ba)
17 marzo 2020, Genova. Ho deciso di vivere in questa casa per il terrazzo e la vista ampia che offre sulla città e sul porto. Si vede bene anche la lanterna e il faro, simbolo d’identità per ogni genovese. In questi giorni pero’ ad attrarmi più di ogni cosa sono le finestre con le luci accese e le vite isolate di chi è all’interno. Li osservo con attenzione e ogni tanto ci salutiamo.
Foto di Marco Balostro/Freaklance
A cura di Piero Percoco
Grazie al Comune di Sannicandro
Luogo: Bagolino (Bs)
La strada è dove sono cresciuto e dove, con tanti altri, ho condiviso esperienze belle e brutte. Adesso la strada, sta cambiando le sue dinamiche: spero che un giorno tutto possa tornare ad essere ciò che è sempre stato.
Sono rimasto affascinato e quasi incantato nel vedere questa famiglia così felice ed unita.
È stata una visione che mi ha riempito il cuore. Di questi tempi è difficile trovare famiglie così. Questa visione della realtà che ci circonda mi porta a vedere il lato positivo della quarantena: forse ci unisce e ci fa conoscere meglio quanti ci vogliono veramente bene. Facendoci diventare una famiglia come questa: numerosa e bella.
10 aprile 2020 Bari
Foto di Christian Mantuano
A cura di Simone Cargnoni
Grazie al Comune di Bagolino
Luogo:
25 marzo 2020 Mirabello (FE)
Le scuole chiuse, i parchi chiusi. Dove sono i bambini?
Non se ne vedono più. Nessuno ne parla, né un decreto, né il Presidente che al limite parla di scuole e di riaperture. Ma i bambini? Spariti! …scomparsi?
No, i bambini sono a casa. Li abbiamo chiusi e non ne sono più usciti. Subito penso a Peter Pan e ai bimbi sperduti. loro erano scappati, nascosti perché non volevano diventare grandi. Questi bambini, di tutte le età, li abbiamo nascosti noi per farli diventare grandi tra un po’ di tempo. Come stanno i bambini? Hemingway diceva “Nessun uomo è un’isola”. Oggi più che mai ci sentiamo parte del tutto e insieme aspettiamo un ritorno al mondo che conosciamo. Il bambino forse no… il bambino nel suo mondo può essere un’isola ma la sua sicuramente sarà l’Isola che non c’è.
Foto di Gaia degli Esposti
A cura di Cristina Vatielli
Allestimento in collaborazione con Apa Allestimenti, Ippolito Simion, Ilaria Di Biagio & Arno, Giulia Ticozzi, Francesco Pistilli, Natalia Alana, Eleonora Vatielli
Grazie a Regione Lazio, LAZIOcrea, Castello di Santa Severa per il supporto
Luogo: Bologna
Foto 1: Nel 2020 erano almeno 51.000 senzatetto in tutta Italia. Per loro, il rischio di contrarre la malattia è solo un ulteriore disagio nella lotta quotidiana. Per loro è impossibile “restare a casa”. Questo scatto di Alessandro Serranò realizzato a Roma il 13 marzo 2020 svela un paradosso: nelle strade vuote, l’invisibile diventa visibile e svela la sua presenza.
Foto 2: Ekhlad e suo figlio sono entrambi chiusi in casa. Lei, incinta assieme al marito Mohammed e il piccolo Ali, è arrivata in Grecia a bordo di un gommone, ha percorso la rotta balcanica e raggiunto prima la Norvegia e poi l’Italia. Hanno lasciato Bassra (Iraq) nel 2015 perché temevano l’avanzata di Daesh nel Sud del Paese. Oggi vivono a Bitonto (Bari). Svolgendo lavori saltuari, con il lockdown si sono ritrovati senza stipendio. I figli, entrambi alle elementari, rischiano di perdere l’intero anno scolastico, nonostante gli enormi sforzi delle insegnanti con la didattica telematica. Lo scatto è di Savino Carbone del 30 marzo 2020.
Sono tra i volti più fragili ed esposti e allo stesso tempo i più invisibili e nascosti. La vulnerabilità delle fasce quotidianamente emarginate, delle comunità migranti, dei lavoratori sottopagati e senza protezioni sociali, delle donne chiuse nelle mura domestiche spesso non sicure, sono la cifra di una verità finora non ammessa: non importa quanto sia efficace un trattamento terapeutico o un vaccino, la cura per questa epidemia è destinata a fallire. Finché non si invertiranno le profonde disparità sociali ed economiche, le nostre società non saranno mai veramente sicure dal SARS-Cov-2.
Fotografie di Alessandro Serranò e Savino Carbone
A cura di Michele Lapini, Max Cavallari e Cheap
There is a dimension that concerns our bodies in open space.
Taking back everyday life means regaining possession of what for many months has been precluded by a virus capable of condemning public space as a space for contagion and disease.
One year after its birth, the project Arcipelago-19 leaves the social networks to appear in the streets so that photography becomes a mediator of new relationships between people and places. Photographs taken from our Atlas of the pandemic were simoultaneously posted in fourteen Italian cities, the authors being the group of photographers who built Archipelago-19.
The images are exposed in squares, streets, billboards, public places, in an ideal map where the islands of the Archipelago are finally connected. The chosen cities are Milan, Trento, Brescia, Bagolino and Treviso Bresciano in Val Sabbia, Genoa, Bologna, Florence, Rome, Manziana, Ostia, Naples, Sannicandro di Bari, Palermo.
The images, collected over the year of Covid, are the tool to involve citizenship through the experience of a participatory gaze, and the character of these photos is ephemeral but symbolic. We want them to be subject to the external agents of the road, to weather conditions, architecture and to life, slowly trying to return to a new normal. Our intervention is the result of a common commitment, aimed at a collective story, a series of new windows on the experiences of each of us.
A new meaning of the urban space can be affirmed through images of diverse places, an exchange that opens up to knowledge and curiosity.
A necessary escape in a moment of closure, to stimulate and help resistance.